Fatti, non parole

Con una mozione politica, i verdi chiedono al Consiglio federale di stilare un rapporto sugli effetti della digitalizzazione sull’ambiente e sull’energia. I rapporti esistenti sul tema sono anche troppi e molti di essi si concentrano già sulle possibili misure come l’automazione degli edifici, lo smart metering e le reti intelligenti. Tutto ciò è in linea con i pressanti inviti a scioperare per il clima. Ma non sarebbe meglio passare dalle parole ai fatti?

Ne sono convinto: l’adozione della Strategia energetica 2050 è stata una scelta importante e giusta. Una volta stabiliti gli orientamenti principali, ora le misure devono seguire una tabella di marcia ambiziosa ma comunque realistica. Chi oggi chiede di accelerare non tiene conto delle nostre reali capacità. L’attuale richiesta del movimento di sciopero climatico, secondo cui la Svizzera dovrebbe ridurre a zero le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 senza la pianificazione di tecnologie di compensazione, è semplicemente assurda. Non è una questione di volontà, ma semplicemente l’obiettivo non è raggiungibile nella pratica. Così, anche la proclamazione di uno stato di emergenza climatica mi sembra fuori luogo, poiché fomenta l’idea sbagliata che finora non sia stato fatto nulla per la tutela del nostro pianeta. Anche i parlamentari di centro-sinistra supportano questa iniziativa e ciò non stupisce, considerate le elezioni del prossimo autunno. Le consultazioni relative alla legge sul CO2 del Consiglio nazionale non sono state certamente formidabili. Infatti, è fallito miseramente il tentativo di trovare soluzioni condivise: mentre per la destra la legge si è spinta troppo oltre, per la sinistra si è fatto troppo poco. Così, il disegno di legge è stato respinto. Ora è il turno del Consiglio degli Stati. Anche se le emissioni di CO2 in Svizzera rappresentano soltanto l’1,1 percento del totale europeo, ci si aspetta che il nostro Paese adotti una politica ambientale più efficace. L’ondata di ribellione dei giovani ambientalisti non è un mero fuoco di paglia, ma anche l’espressione di una seria preoccupazione. Senza dubbio, dato che la politica ambientale e climatica riguarda tutti noi, è necessario fare un passo avanti. Come installatori possiamo fare di più di tutti gli attivisti di sinistra senza necessariamente adottare una politica ecologista. Con una buona consulenza, una progettazione attenta, prodotti intelligenti e un’esecuzione accurata, possiamo infatti dare un contributo diretto alla conversione intelligente del parco immobiliare.

Ma dobbiamo vendere attivamente tali misure. Altrimenti, alle manifestazioni climatiche organizzate sull’intero territorio nazionale verranno colti soltanto i chiassosi appelli contro l’attuale gestione economica. Spetta a noi, come comunità tecnologica, attivarci e impegnarci con maggiore determinazione per l’attuazione di una tecnica degli edifici all’avanguardia. Per questo non occorrono parole, ma fatti.

Matthias Samuel Jauslin, 56, Wohlen AG, politico militante per antonomasia. Anche da Consigliere nazionale è ogni giorno in viaggio per la sua ditta specializzata in impianti elettrici. È amministratore e azionista principale di un’azienda attiva nel settore degli impianti elettrici, della telematica e dell’automazione in cui sono impiegati oltre 30 dipendenti. Dal 2015 è membro del Consiglio nazionale e della Commissione delle istituzioni politiche.